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All’inizio degli anni ’90, il futuro del basket apparteneva ad un giovane immigrato dominicano di nome Felipe Lopez. Presentato sulla copertina di Sports Illustrated all’età di 17 anni, Felipe Lopez con la sua storia è il simbolo vivente di ciò che si definisce il sogno americano.

The Dominican Dream: il documentario su Felipe Lopez

E’ stato presentato al Tribeca Film Festival di New York il documentario The Dominican Dream prodotto per la serie 30 for 30 di ESPN che punta i riflettori su quello che veniva chiamato “El señor”. Parliamo di Felipe Lopez, l’ex giocatore di Vancouver, Washington e Minnesota, che nella NBA non ha avuto il successo che tutti presumevamo potesse avere quando era finito sulla copertina di Sports Illustrated, molto prima di James LeBron.

Da una prospettiva puramente cestistica, la storia di Felipe Lopez è straordinaria: un immigrato dominicano che si trasferisce nel Bronx con la sua famiglia nel 1989, diventa il miglior giocatore della scuola superiore di New York entro tre anni e, in definitiva, il miglior giocatore in America prima la sua laurea nel 1994. All’età di 17 anni era finito sulla copertina di Sports Illustrated, veniva soprannominato “il Michael Jordan dominicano” e, proprio per via delle sue origini, si era guadagnato un soprannome spagnolo ma comprensibile a tutti “El señor”.

The Dominican Dream: la storia di Felipe Lopez

The Dominican Dream segue la storia di Felipe Lopez, attraverso i suoi alti e bassi, dal suo anonimato alla celebrità, sia dentro che fuori dal campo. Accolto come un eroe immigrato, poi messo da parte come un fallimento americano, Felipe Lopez alla fine ha trovato la felicità non come un giocatore di basket, ma come l’uomo che da sempre era destinato ad essere. Felipe, infatti, fin dal suo ritiro ha fatto molto per la sua comunità iniziando con la Fondazione Felipe Lopez per aiutare i bambini nelle comunità meno abbienti fino ad assumere il ruolo di ambasciatore presso l’NBA Cares.

In The Dominican Dream, Lopez riflette umilmente sulle difficoltà di essere il figliol prodigo e sull’importanza di aprire gli occhi alle generazioni future anche a questo riguardo. Con interviste ad Alex Rodriguez , Chauncey Billups e Zendon Hamilton , il documentario è un ritratto intimo di comunità, famiglia e altruismo.

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