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Finalmente si gioca! Il momento tanto atteso da atleti, genitori, allenatori e dirigenti è arrivato: inizia la partita!
La partita regala immagini esaltanti, momenti di emozione, si rimane con il fiato sospeso, si esulta e ci si dispera. Lo spazio agonistico è prezioso perché educativo, motivante e risponde al naturale ed atavico desiderio di misurarsi con gli altri e ci consegna sempre con un vincitore ed uno sconfitto.
E su questi due aspetti vorrei fare alcune riflessioni.
Vittoria e sconfitta: come affrontarle?
Ritengo che vittoria e sconfitta siano fondamentali per la sana crescita di un giovane atleta e non solo da un punto di vista sportivo. Ambedue le situazioni le incontriamo su un campo di basket così come nella vita quotidiana con i suoi continui alti e bassi, successi e insuccessi, gioie e frustrazioni.
Sono altresì convinto che i giovani atleti possano affrontare e vivere la vittoria e la sconfitta dandogli il giusto peso avendo l’opportunità di crescere all’interno di una società sportiva che ha come obiettivo la creazione di un clima orientato al compito e non al risultato. Provo a definire a grandi linee i diversi contenuti di queste due finalità sportive nelle quali, la figura dell’allenatore, è preminente nel raggiungere gli scopi desiderati.
Clima orientato sul compito
- Riconosce e valorizza l’impegno
- Di fronte ad un insuccesso reagisce con correttezza ed equilibrio
- L’attenzione è incentrata sullo sviluppo e l’apprendimento delle varie abilità tecniche e motorie e sull’osservanza delle regole sportive
- La crescita dell’atleta è valutata in termini di progressi individuali e l’attenzione è rivolta alla capacità dell’atleta di esprimere una sempre maggiore autonomia decisionale
FRASE CHIAVE: TI SEI DIVERTITO?
Clima orientato sul risultato
- Si fanno confronti con atleti più capaci
- Si cercano alibi e recriminazioni in caso di sconfitta
- Si crea un gruppo dove si utilizzano maggiormente atleti più pronti per il risultato immediato
- Gli atleti cercano di mettere in evidenza le proprie capacità individualia discapito dell’organizzazione di squadra
FRASE CHIAVE: HAI VINTO?
L’importanza della sconfitta
Liberiamo il campo da equivoci. A tutti piace vincere e la vittoria dà autostima, voglia di continuare con sempre maggior determinazione e ripaga l’impegno profuso in allenamento. Ma un clima orientato sul compito prepara il giovane atleta a vivere con maggiore consapevolezza la vittoria e la sconfitta.
La pressione sul risultato la mettiamo noi adulti! L’atleta (parlo sempre di settori giovanili!) vuole essere considerato, seguito, riconosciuto e per lui è più importante migliorare le proprie abilità e diventare più bravo a fare canestro che non a vincere!
Sempre noi adulti ce la prendiamo con l’arbitro, con i cambi sbagliati, con le scorrettezze degli avversari che hanno impedito una vittoria! E’ il nostro comportamento da allenatore, genitore o comunque da adulto di riferimento che crea l’ossessione della vittoria trascurando l’importanza della sconfitta!
La sconfitta dà un importante feedback su una criticità che dobbiamo affrontare, ci fa capire e conoscere i nostri limiti, ci insegna a sviluppare abilità per fronteggiare lo stress e le varie difficoltà e ci insegna che, come dice Vince Lombardi, allenatore di football americano “Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi”.
E l’allenatore deve essere capace di far esprimere le emozioni negative ai propri atleti per poi rielaborarle e renderle positive. Il coach deve prendere tempo e non esprimere giudizi a caldo che potrebbero essere dettati dalla delusione del momento.
Non deve cercare alibi o capri espiatori, ma lavorare sul gruppo allargando la propria visione, cercando soluzioni creative per andare oltre il momento negativo ascoltando i propri atleti che, spesso, individuano soluzioni che noi allenatori non vediamo.
Come vivere la vittoria
E poi cerchiamo di avere un po’ di coraggio e, a parte le partite di finale importanti, play-off etc. dove la vittoria ha anche un valore propulsivo a livello di immagine per la società e per il movimento in genere, accettiamo di perdere una partita per valutare la capacità di Pippo di giocare da protagonista nei momenti caldi della gara, magari sarà lui a segnare il canestro decisivo la prossima volta!
E altrettanto importante ed educativo far vivere alla squadra la vittoria come un momento esaltante, inebriante, ma con la consapevolezza che non è detto che si ripeta sempre!
E allora valorizziamo il gruppo esprimendo soddisfazione per il risultato mettendo in evidenza l’impegno profuso in allenamento soprattutto da chi ha giocato meno. Non ci abbandoniamo a trionfalismi che ci fanno sembrare la realtà del momento come immodificabile, ma invitiamo i nostri ragazzi a correre al centro del campo, salutare e andare compostamente negli spogliatoi!
E noi allenatori per primi, sentiamoci felici ed orgogliosi, ma manteniamo sempre un atteggiamento equilibrato e di grande rispetto per gli avversari e facciamo attenzione a tessere lodi che potrebbero essere frutto dell’euforia del momento!
Vittoria e sconfitta: genitori, siate rivoluzionari!
E ai genitori voglio dire SIATE RIVOLUZIONARI!!
Provate a vivere l’attesa della partita come un normale impegno di un figlio che fa sport, senza cambiare le abitudini alimentari, di riposo, di studio, le frequentazioni amicali e soprattutto senza continuamente ricordare la gara, la presunta forza o debolezza degli avversari, usando frasi tipo: “Domenica ce la possiamo fare” o “E’ tutto nelle nostre mani! Basta giocare come sappiamo” oppure ancora “Non possiamo perdere!”. E chi lo dice?
In tribuna provate a resistere al vostro desiderio di essere protagonisti pensando che in campo ci sono i vostri figli, e non voi, e sono loro i protagonisti!
E se la sconfitta è amara, provate a renderla più dolce rientrando a casa rispettando gli eventuali silenzi e mugugni del figlio(è legittimamente deluso!) e magari non parlate troppo della partita e non esprimete giudizi. Siate vaghi. Ci sarà tempo per riparlarne!
Una citazione da un bel film di Ridley Scott dal titolo “Un’ottima annata” mi aiuta a concludere questo mio intervento.
“Un uomo dovrebbe riconoscere le sue sconfitte garbatamente così come festeggia le sue vittorie, Max. Col tempo vedrai che un uomo non impara niente quando vince. Perdere invece può condurre a grande saggezza. Il nocciolo della quale poi è quanto sia più gradevole vincere. È inevitabile perdere di tanto in tanto… il trucco è che non diventi un’abitudine”.
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