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Il grunge e la pallacanestro. Due mondi che si intrecciano profondamente all’interno delle storie di uomini che hanno illuminato la scena cestistica americana negli anni novanta e all’inizio del nuovo millennio.

Sinossi

Se i musicisti grunge trovavano rifugio solamente nella musica, allo stesso modo questi giocatori l’hanno trovato nella pallacanestro, cambiandola nel profondo. Il basket diventa espressione del proprio io più intimo, dei dissidi dell’anima e della voglia di riscatto. Talento, individualità, rabbia, dolore, distorsioni, esplosioni di luce, violenza, malinconia, solitudine, genio, follia e fiammate di pura poesia cestistica. Sono le storie di Spree, Reign Man, J-Kidd, White Chocolate, Baron, Mike, Agent Zero, Vinsanity, Starbury e Stevie Franchise. Il tutto accompagnato e ispirato dalla musica dei Pearl Jam. It’s Better to Burn Out Than to Fade Away.

Recensione

Il modo di scrivere di Davide Piasentini, autore di questo libro, e la sua passione per il basket fanno sì che questo fantastico mondo venga percepito in maniera del tutto diversa. Storie di uomini, di cadute e risalite, storie di basket. Storie di uomini prima che cestisti. L’idea di associare dieci canzoni alle storie di altrettanti protagonisti NBA degli anni ’90 è stata originale e molto azzeccata, indipendentemente che si sia o meno fan dei Pearl Jam. Altamente consigliato per chi ama leggere storie di sport. Imperdibile per chi segue l’NBA e la pallacanestro.

L’autore

Davide Piasentini, nato a Padova nel 1986, è scrittore e analista sportivo per passione. Figlio adottivo di Seattle, del grunge e dei SuperSonics. Rodmaniano convinto da sempre affascinato dai “Beautiful Losers” della pallacanestro. Autore dei libri “Shots For The Ages: I canestri che hanno cambiato il basket Nba” (2016), “Ten. Storie di grunge basketball” (2017) e “Sotto il cielo di Rucker Park” (2018).

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