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Se sei un appassionato di basket e vuoi conoscere il cammino fatto da questo meraviglioso sport nel corso degli anni, allora “La Leggenda del Basket”, scritto da Mario Arceri e dal “Vate” Valerio Bianchini è il libro perfetto per te.
650 pagine nelle quali è ripercorsa tutta la storia della palla a spicchi, fin dalle sue origini, dall’invenzione del mitico Naismith, senza dimenticare i precedenti “passatempi, svaghi, spesso anche cruenti di cui si ha notizia dall’America Latina, alla Mongolia, dall’Europa all’Indonesia”.
Edito da Baldini e Castoldi, l’opera è divisa in quattordici interessanti capitoli che analizzano, in maniera a dir poco dettagliata, la storia della pallacanestro. Il libro, benchè le fotografie siano relegate solamente ad un inserto centrale, in generale scorre bene ed è di facile lettura, nonostante, talvolta, i due autori facciano un eccessivo uso di cifre e nomi che talvolta rendono le pagine più ostiche da digerire. Del resto, soltanto l’indice dei nomi, da Abadjoglou a Zych, è composto di oltre 50 pagine, a testimoniare la completezza dell’opera.
Una vera enciclopedia
Proprio la grande completezza è il punto di forza dell’opera, che non trascura nessun aspetto del percorso storico della palla a spicchi, approfondendo dove è necessario, in particolare sui giochi Olimpici, a ciascuna edizione dei quali è riservato un apposito capitolo. A testimoniarlo il fatto che, accanto a nomi che hanno fatto la storia del basket, troviamo citati anche giocatori “normali”. Qualche nome? Giorgio Cattini, Dante Anconetani, Larry Gibson, che soli i veri sfegatati della palla a spicchi ricorderanno.
Il tutto, con uno stile che raramente scade nel didascalico, ma spesso è avvincente, tanto che, ad esempio, dopo aver letto la descrizione di un giocatore, che magari non conoscevi, ti vien voglia di andare a vedere le sue gesta su Youtube.
America, ma non solo
Il libro parla ovviamente tanto di America, definito il “paese dei padri fondatori”, analizzando la nascita e la successiva fusione delle due leghe professionistiche (la ABA e la NBA), fino ad arrivare al 2015, anno nel quale è stata editata la nuova edizione nel libro. Grazie ad una vasta bibliografia, fatta di sei pagine fitte fitte, i due autori sviscerano in maniera esaustiva il complicato percorso che ha condotto il massimo campionato professionistico americano ad essere la stella cometa per tutti gli appassionati di basket, fino a diventare, negli ultimi decenni, il torneo dei campioni del mondo, nel quale militano i migliori giocatori dell’intero globo terracqueo, a prescindere dalla nazionalità.
Motivo di discussione
L’opera è sì scritta in stile didascalico ed enciclopedico, ma lascia spazio anche a discussioni e stimola pareri personale, ad esempio quando i due autori riprendono la lista dei migliori 50 giocatori all time stilata nel 1997 dalla NBA stessa, guidata dal solito Michael Jordan, davanti ai giganti Wilt Chamberlain e Bill Russell. Gli autori qualche critica la pongono, “Solo quinto Magic Johnson” e “troppo avara la valutazione di Julius Erving”. Così facendo, stimolano il lettore ad avere un proprio spirito critico, stimolando nel contempo il “background” cestistico di ciascuno di noi. Ed allora ecco le obiezioni, ad esempio sulla posizione in cui è inserito Shaq o la mancanza tra i 50 di un mito come Willis Reed.
Italia
Ovviamente grande spazio Arceri e Bianchini lo dedicano anche alla nostra pallacanestro, alla quale riservano la bellezza di 380 pagine, partendo dall’epoca dei pionieri, con la nascita, nel 1921, della nostra Federazione. Interessante è il capitolo dedicato agli anni sessanta, non a caso intitolato “il boom del basket”, il decennio nel quale la pallacanestro da sport di nicchia, fenomeno di massa, che poi troverà il suo top nei successi continentali di Varese.
E qua escono i nomi evocativi di quella squadra fenomenale: da Bob Morse, a Manuel Raga e Charlie Yelverton, da “Dodo” Rusconi a Giulio Iellini, da Dino Meneghin ad Aldo Ossola fino a Sergio Rizzi, incredibilmente, da carneade, grande protagonista della finale di Coppa Campioni del ’75, contro il Real Madrid. Nomi che riportano ad un’epoca nel quale l’Italia era il basket europeo, tempi che difficilmente torneranno.
Qualche imprecisione
Ovviamente, in un libro che comprende un periodo storico così lungo, le imprecisioni sono davvero dietro l’angolo, e fanno storcere il naso ai puristi del genere; ad esempio, in una occasione vengono scambiati i due fratelli Giomo, Giomo ed Augusto, in un’altra viene attribuito ad Elgin Baylor un anello in una stagione successiva al suo ritiro, particolari che però non impattano nella valutazione generale dell’opera, di livello assoluto. In sostanza, se amate il basket e volete conoscere meglio il suo background, si tratta di un libro che non può assolutamente mancare nella vostra collezione.
Gli autori
Mario Arceri – Giornalista del «Corriere dello Sport» per oltre quarant’anni e storico dello sport, attualmente dirige «Basket Magazine.» Insegna Sport e Comunicazione all’Università G. D’Annunzio di Chieti e Giornalismo Sportivo presso l’Università di Roma Tor Vergata. Ha seguito Olimpiadi, Mondiali, Europei e quasi tutte le finali delle Coppe europee del basket, occupandosi anche di scherma, ginnastica e pallanuoto. Autore di numerosi libri sulla pallacanestro, sulla pallanuoto e sulla comunicazione, nel 2010 ha ricevuto dalla Fiba l’«Order of Merit».
Valerio Bianchini – il “Vate” è uno degli allenatori più prestigiosi nella storia del nostro basket; ha iniziato ad allenare nella massima serie nel lontano 1974, conquistando tre scudetti in altrettante città diverse (Cantù, Roma e Pesaro), due Coppe dei Campioni (Roma e Cantù), una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe ed una Coppa Intercontinentale. In Italia, durante la sua lunga carriera, ha condotto i club più prestigiosi, ed anche la Nazionale Azzurra, guidata ai Mondiali 1986 ed agli Europei dell’anno successivo.