Firenze è viva e la sua anima non è tutta nei quadri e nei palazzi. Essa parla con ciascuno di noi in una lingua semplice e comprensibile come la lingua materna“.

La citazione è di Pavel Muratov, scrittore e storico dell’arte russo innamorato dell’Italia. Parole che sarebbero piaciute anche a Stefania, se solo fosse uscita dalla sua realtà immaginaria per materializzarsi nei giorni nostri.

Stefania chi? La protagonista di “Game Day“, il libro di Federica Tronconi.

Stefania e Andrea, una storia che merita di essere raccontata

Una storia che si inserisce nel genere sport romance, dove si fondono sport e vita vissuta, vita quotidiana con tutti i suoi dubbi, le sue paure, le sue verità. Diretto principalmente a donne adulte, per il semplice motivo che la protagonista è proprio quella Stefania di cui abbiamo parlato qualche riga più su.

Lei, protagonista della storia, con le sue incertezze ad accompagnarla in un viaggio di vita e professionale che la rendono vicina, se non uguale, a tante coetanee e tanti coetanei che con lei hanno condiviso un percorso che potremmo definire di formazione.

Firenze è lo scenario in cui si incontrano le vite di Stefania e Andrea. C’è il basket a fare da contorno alla loro vicenda, perché è proprio il basket che li fa incontrare. Lei cronista inviata dal quotidiano locale, lui giocatore professionista, due figure destinate ad incrociarsi per motivi professionali. Può avvenire di non trovare necessariamente simpatiche tutte le persone con cui lavoriamo, ma non è nemmeno detto che i sentimenti reciproci non possano cambiare, nonostante le due personalità che vanno ad incontrarsi siano distinte e distanti, apparentemente con pochi punti in comune, se non nessuno.

Eppure, la loro vicenda secondo la penna di Federica Tronconi meritava una storia. Per quali motivazioni? Queste, secondo la scrittrice: “Ho scritto Game Day in un momento in cui stavo litigando con la pallacanestro che da sempre è stata la mia ‘famiglia’. Era un momento di sofferenza, una fortissima delusione. Il mondo dello sport è composto da persone. E nella pallacanestro avevo incontrato persone che mi avevano lasciato un forte amaro in bocca. Volevo separarmi definitivamente dal basket.

In quel momento mi sono fermata un attimo, mi sono presa del tempo e ho iniziato a scrivere. Capitolo dopo capitolo ho realizzato che io e la pallacanestro avevamo ancora tanto da darci. Il romanzo è stata occasione per parlare delle scelte sofferte, del coraggio e di come lo sport sia metafora della vita. Anche attraverso una storia d’amore“.

Quando la Vita prende energia

Per andare più al sodo, la trama è presto detta. La pallacanestro e il giornalismo si incontrano attraverso Andrea, giocatore professionista, e Stefania, inviata del quotidiano locale. Questi due mondi però fanno fatica a intrecciarsi, si avvicinano scontrandosi e generando nuovo caos, come due pezzi sbagliati di un puzzle. Tutto accade nell’arco della stagione sportiva di Firenze, squadra neo promossa nella serie maggiore nazionale di pallacanestro, e che sorprende tutti per audacia ed entusiasmo. Ci sono esistenze, però, in cui i grandi snodi generano sofferenza. È proprio in questi momenti in cui la Vita prende energia, corpo e, attraverso i percorsi che decidiamo di intraprendere, scriviamo ciò che siamo. Perché il processo che ci porta a prendere una decisione consapevole, ad ogni età, significa cambiamento e crescita. Una storia di vita dove l’amore è l’evoluzione naturale e il basket uno dei protagonisti principali.

Un tuffo tra basket, vita e Firenze

E’ un libro dunque dove si odono i rimbalzi sul parquet, la gomma delle scarpe che scivola, le urla dei giocatori ma anche tutte le sfaccettature esterne, per chi vive la pallacanestro ma non direttamente dal campo. E’ un libro insomma per gli amanti del basket ma non solo per loro, perché al cronometro che scorre, alle stoppate ed ai canestri si affianca un viaggio di vita degno di essere vissuto per Stefania e Andrea, degno di essere letto per chi si ritrova le 170 pagine di Game Day tra le mani. Nel contesto di una delle città più belle d’Italia, nella Firenze che fa da sfondo a tutto ciò.

Chi è Federica Tronconi

Federica Tronconi è classe 1980, laureata allo IULM in Scienze della Comunicazione. Lavora nel mondo della comunicazione da quindici anni. Ha mosso i primi passi nel giornalismo locale e nazionale, per poi passare a Radio24 – Il Sole24Ore. Ha maturato esperienza in diverse agenzie di pr e comunicazione sul territorio nazionale. Ha lavorato per Giunti e Mondadori. Studia ed è appassionata della Parola, in tutte le due declinazioni: scrive per sé stessa e per gli altri (come ghostwriter).

Attualmente è libero professionista in ambito marketing/comunicazione e editoriale. È ideatrice del progetto online L’ultima riga (www.ultimariga.it), da anni punto di riferimento per i lettori che vogliono condividere il piacere della lettura. Ha intervistato, tra gli altri, Ken Follett, Nicholas Sparks, Carlos Ruiz Zafon, Wilbur Smith, Veronica Roth, Lauren Kate, Pierre Lemaitre, Brian Freeman, Frank Ostaseski, Jean-Michel Guenassia. Gira i palazzetti dello sport d’Italia per vedere pallacanestro con in borsa sempre un libro.

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Matteo Novembrini, classe '95, appassionato di sport sin dalla più tenera età, scrivo il primo articolo a 14 anni, e da allora non ho piú smesso, con articoli su praticamente ogni tipo di sport. Ho alle spalle collaborazioni con quotidiani e giornali online della mia città (il Corriere di Livorno e quilivorno.it), dal 2012 mi occupo della sezione motori (F1 e MotoGP) per il giornale online datasport.it , e dal 2018 l'occasione di entrare a far parte di Basketworldlife. Le "stories" sono il mio ambito preferito

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