La partita contro l’Olimpia Milano è per il tifoso canturino la sfida per eccellenza. Da sempre, il confronto che crea più attesa e prestigio e che rievoca grandi emozioni e ricordi storici indelebili, di cui entrambe le tifoserie sono estremamente gelose. Dal trionfo al “Palazzo dello Sport” di Grenoble in finale di Coppa dei Campioni nel 1983 – la seconda consecutiva – all’impresa titanica quanto impronosticabile di Firenze, quando nel febbraio del 2018, in un “Nelson Mandela Forum” del tutto incredulo e nonostante le assenze pesanti per infortunio, Cantù riuscì ad abbattere la favoritissima Milano per 105 a 87 nei quarti di finale di Coppa Italia.

Da Grenoble a Firenze, 35 lunghissimi anni di grandi sfide tra le due gloriose società lombarde che, nel corso delle rispettive storie, hanno condiviso anche tanti giocatori, passati prima o dopo, a seconda delle situazioni, da una o l’altra squadra. Tra i primi, l’asso americano C.J. Kupec che, dopo un biennio a Milano, si trasferì nella vicina Cantù per alzare al cielo, nel 1982, la prima Coppa dei Campioni della storia del club canturino, conquistata a Colonia contro la corazzata Maccabi Tel Aviv. Dopo di lui tanti altri, uno su tutti: Antonello Riva, il quale, dopo dodici anni in biancoblù, passò ai rivali di sempre dell’Olimpia, vestendo il biancorosso per cinque stagioni.

Svariati quelli della storia contemporanea, come in quel Milano-Cantù del 16 febbraio di due anni fa quando dalla Final Eight di Firenze furono eliminati gli ex canturini Marco Cusin, Vlado Micov, Andrea Cinciarini e Awudu Abass, quest’ultimi due protagonisti di destini incrociati e veri emblemi di una rivalità che, negli ultimi tempi, non sfocia soltanto sul campo ma anche nel basket mercato. Cinciarini, capitano dell’Olimpia, ha avuto un passato canturino, mentre Abass – oggi in forza alla Leonessa Brescia – è stato capitano di Cantù prima di giocare per due stagioni a Milano. E ancora: Christian Burns, grande protagonista di quella sfida in terra toscana, lasciò i colori biancoblù nell’estate del 2018 per firmare un contratto pluriennale con i meneghini. Non solo il passato però, anche il presente: nell’attuale roster della S.Bernardo-Cinelandia spiccano, infatti, i due Andrea, capitan La Torre e Pecchia, entrambi con un passato in biancorosso ma oggi leader della formazione allenata da coach Cesare Pancotto.

Da Grenoble a Firenze: se da un lato la finalissima europea in Francia diede inizio alla grande rivalità tra Cantù e Milano anche in campo internazionale, il recente confronto a Firenze donò invece linfa ed entusiasmo come non mai al pubblico canturino, risvegliando la passione e l’orgoglio di un popolo da sempre innamorato della pallacanestro ma che, all’inizio della stagione 2017-’18, rispose staccando solamente 631 abbonamenti. La vittoria travolgente nel derby in Coppa Italia fu, infatti, fondamentale per registrare, due mesi più tardi, il record “all-time” di spettatori, 6.297, mai così tanti per una partita interna di Pallacanestro Cantù. Sempre Milano l’avversaria, questa volta però in campionato, match datato 15 aprile 2018.

Sia prima che dopo l’asse trentennale Grenoble-Firenze, ci furono ulteriori avvenimenti importanti: tra gli altri, anzitutto, un cambio di maglia significativo, prima ancora di Kupec, fu sicuramente quello di Renzo Bariviera, un precursore in tal senso. Alla fine degli anni 70’, dopo uno scudetto vinto con Milano nel ’72, Bariviera cambiò casacca per vincere, nove anni più tardi, un altro tricolore, questa volta con i colori di Cantù nella stagione 1980-’81. Scudetto canturino – il terzo conquistato e sinora l’ultimo – che arrivò dopo una incredibile semifinale playoff proprio contro l’Olimpia Milano, battuta in Gara 3 dopo ben due overtime. Ironia della sorte, anche quella sfida tra Cantù e Milano si giocò il 15 di aprile. Il 15 aprile del 1981 è una data memorabile perché l’indiscusso protagonista di quel derby, giocato peraltro nel magico “Palazzone” di San Siro davanti a oltre 12mila tifosi, fu un giovanissimo Antonello Riva che, a soli 19 anni, fu top scorer dell’incontro con 32 punti.

Dopo l’impresa di Firenze, invece, oltre al già citato record di spettatori per una gara casalinga di Cantù, da aggiungere al libro dei ricordi sono sicuramente anche gli ultimi due duelli tra Cantù e Milano, quelli della passata stagione. In quello della gara di andata, datato 9 dicembre 2018, il brand Acqua S.Bernardo fece registrare il suo esordio come title sponsor, dando a Cantù oltre che una titolazione anche una livrea tutta differente, con il verde e il bianco al centro del nuovo look. Fece ancor più storia il derby del girone di ritorno, quando Frank Gaines (oggi alla Virtus Bologna) realizzò la bellezza di 44 punti al “Mediolanum Forum” di Assago. La sua clamorosa performance offensiva non fu soltanto tra le migliori di sempre per punti realizzati in una singola gara (nella storia canturina meglio di lui solo Pace Mannion con 50 punti e Antonello Riva con 47), bensì fu la migliore in assoluto per quanto concerne un derby tra Milano e Cantù. Mai nessun giocatore biancoblù, infatti, ha segnato così tanti punti ai rivali di sempre dell’Olimpia.

Oltre ai trasferimenti di Bariviera, Kupec, Riva e Abass, tanti sono stati i passaggi da Cantù a Milano, o viceversa, ad aver fatto la storia. Il più recente insieme ad Abass è il caso di Joe Ragland, che militò a Milano nella stagione 2014’-15 dopo aver giocato per una stagione e mezza a Cantù. Ragland, che con la compagine milanese ha fatto il suo esordio in EuroLega, è tornato in biancoblù il mese scorso e, domenica 5 gennaio al Forum (palla a due alle ore 17:00), sarà uno dei grandi ex della partita. Se si fa un tuffo nel passato non si può poi non citare il trasferimento di Davide Pessina da Milano a Cantù. Prima di vincere con i canturini la Coppa Korac del ’91, l’attuale telecronista di Sky vinse in biancorosso uno degli scudetti più famosi e controversi della storia del basket italiano, quello del 1989 contro Livorno; salvo poi vincere un’altra Korac nel ’93 dopo aver fatto ritorno a Milano. Impossibile non menzionare il capitolo relativo a Fausto Bargna, canturino di nascita, che tra gli anni ’70 e ’80 vinse ben undici trofei con le due formazioni rivali: quattro con i colori biancoblù, sette con quelli biancorossi. Verso la fine degli anni ’90 trova seguito la storia di Thurl Bailey, stella degli Utah Jazz in NBA che, prima di
giocare un anno all’Olimpia, vestì per due stagioni la maglia di Cantù.

E ancora, facendo ritorno al ventunesimo secolo, i trasferimenti dei vari Dante Calabria, Denis Marconato e Stefano Mancinelli andati più o meno nel dimenticatoio. Diverso, invece, il discorso legato all’americano Jerry McCullough che, insieme a Bootsy Thornton, Shaun Stonerook e Sam Hines, agli inizi del 2000 formava a Cantù un temibilissimo quartetto denominato “Fab Four”. Il playmaker di New York, infatti, fu protagonista di ben due trasferimenti molto discussi: non solo ai rivali dell’Olimpia Milano ma, l’annata prima (2003-’04), anche a quelli della Pallacanestro Varese.

Cantù e Olimpia Milano si sono sfidate in passato 167 volte. Conducono i meneghini con cento vittorie, contro le sessantasette affermazioni dei canturini. Domenica ad Assago, per l’ultima giornata del girone di andata di regular season, andrà in scena il confronto numero 168.

 

 

Ufficio Stampa Pallacanestro Cantù

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