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Non ha bisogno di presentazioni. Il giocatore bianco più forte di sempre.
All Star 1988: Larry Bird e Dale Ellis arrivano in finale
E’ il 6 febbraio ,siamo a Chigago Illinois e precisamente al Chicago Stadium per l‘All Star 1988. Sarà l’edizione con MJ e Nique (Wilkins) protagonisti assoluti di uno degli Slam Dunk Contest più belli di sempre, e siamo alle battute conclusive del Three-point Shootout. Larry Bird e Dale Ellis sono arrivati in finale.
The Legend è impegnato in una conversazione a tre con Dick Bavetta (referee) e Dale Ellis. Stanno tirando a sorte per chi inizia per primo. Siamo alle battute conclusive del Three-point Shootout. Bird ed Ellis sono arrivati in finale. Stanno tirando a sorte per chi inizia per primo. La decide che Ellis è il primo a tirare. Non è un gara dei tre punti come le altre. Qualora Bird vincesse riuscirebbe nell’impresa mai riuscita a nessuno: vincere per tre anni consecutivi il 3 point shootout.
Dale Ellis parte benissimo, Larry no
Dale Ellis parte benissimo. 7/10 con i primi due carrelli. Perderà precisione al tiro negli ultimi due. Finirà la sua performance con 15 punti. Quando Bird entra sul parquet nel palazzetto sono tutti in fermento. Siamo a Chicago, non è certo come la rivalità con Detroit , ma Bird è un giocatore dei Celtics. Tutti fanno il tifo per il più grande giocatore bianco. Larry comincia malissimo, 5/15 con tre carrelli. Sugli spalti un silenzio irreale. Non può farcela. Quarto carrello. Uno dopo l’altro entrano tutti e cinque. Arriva al quinto. Ha bisogno di 3 canestri per vincere.
Larry rimonta e vince!
Come in una sceneggiatura già scritta sbaglia i primi due. Il terzo. Dentro. Il quarto. Dentro. Ora sono pari. Larry Bird scaglia l’ultimo pallone. Appena partito, alza il dito verso il cielo e corre verso il centro del campo. Con il dito verso il cielo grida “I’m the great one” e subito dopo si udirà solo il “ciaf” della retina in un delirio di onnipotenza totale con il pubblico in visibilio. Intervistato a fine gara risponderà: “Non ho vinto per me, il basket me l’ha chiesto, ero convinto che quel pallone entrasse, sono il più forte, dovevo vincere io”.
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