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In collaborazione con ESPN Sports, Netflix ha annunciato la produzione di un documentario che illustrerà la carriera di Michael Jordan. Diretto da Jason Hehir, The Last Dance sarà suddiviso in 10 episodi di un’ora e “analizzerà l’ascesa di Jordan e della NBA” negli anni ’90.

The Last Dance: 10 ore di Jordan

La serie includerà interviste con lo stesso Jordan e le figure chiave della squadra dei Bulls degli anni ’90, oltre a poter godere di oltre  500 ore di filmati inediti della stagione 1997-98, conclusasi con la vittoria del suo sesto e ultimo titolo NBA. The Last Dance promette di essere una produzione eccezionale . E per una buona ragione, vedremo sua altezza Michael Jeffrey Jordan calpestare i campi da basket come un animale feroce che ha ispirato una generazione.

Diretto da Jason Hehir ( The Giant ), The Last Dance esplorerà l’ascesa di Jordan, la sua incredibile evoluzione con i Chicago Bulls degli anni ’90 culminati in sei titoli NBA, e in che modo ha contribuito ad aumentare il popolarità della NBA. L’uscita di The Last Dance è prevista per il 2019.

Un po’ di Michael Jordan

Nato nel 1963 a Brooklyn, Michael Jordan ha avuto una carriera incredibile diventando in pochissimo tempo una leggenda. Non solo nel mondo del basket, ma nel mondo dello sport. È certo che Michael Jordan ha cambiato per sempre l’ambiente NBA.  Ha fatto sognare diverse generazioni e, con i suoi sei titoli del campionato NBA, Michael Jordan ha regnato sovrano sul basket mondiale per quasi 15 anni.

Di 1,98 metri di altezza, Michael Jordan era un difensore tenace, un ottimo marcatore e un passatore veloce e fantasioso; ma molto più sorprendente era ancora la sua straordinaria capacità di saltare e le manovre acrobatiche che usava per schivare la difesa rivale e raggiungere il canestro.

Sembrava capace di rimanere sospeso per un momento nell’aria,  tale facoltà o “dono del paradiso” gli valse il soprannome di Air Jordan. Se in campo si è distinto per la sua spettacolarità, eleganza e intelligenza, al di fuori di esso è stato sempre ammirato per la sua semplicità e onestà. All’inizio del 1999 ha annunciato il suo ritiro, ma è comunque tornato alla massima competizione con i Washington Wizards, continuando  ad aggiungere record alle sue impressionanti statistiche tra l’ottobre 2001 e l’aprile 2003, data del suo ritiro definitivo.

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