Carmelo Lo Guzzo classe 1971, nato a Catanzaro inizia l’attività arbitrale nel 1987 e 9 anni dopo fa il suo esordio in serie A. Le stagioni in serie A, al momento, sono 22, e le gare dirette, ad oggi, 590. Tra queste, 11 semifinali scudetto e 4 finali scudetto.

Inoltre, sempre a livello italiano, Lo Guzzo ha arbitrato anche 1 finale di Supercoppa, 9 Final Eight di Coppa Italia, 1 semifinale di Coppa Italia, 1 finale di Coppa Italia, 7 semifinali promozioni della Serie A2, 1 finale promozione della Serie A2, 1 finale scudetto femminile, una finale di Coppa Italia femminile. E’ diventato internazionale nel 2005 e vi è rimasto sino al 2012 anno in cui, per motivi di lavoro e di famiglia, ha scelto di mettersi in “aspettativa”.

A livello internazionale, Carmelo ha arbitrato, oltre a gare di club FIBA e EUROCUP-EUROLEGA, 1 finale scudetto del campionato rumeno, 1 finale per le qualificazioni europee, 5 campionati europei juniores, 1 Final Four Femminile di Eurolega, 1 finale di Eurocup femminile, 1 mondiale under 19 3contro3.

Quando e come  nasce in te l’idea di diventare un arbitro di basket?  

Avevo 16 anni e giocavo con una squadra di Catanzaro (mia città di nascita) che faceva il campionato Promozione. Il mio allenatore informò alcuni di noi di un corso Tecnico Regionale che consentiva, per 2 anni, di arbitrare e allenare, oltre a continuare a giocare. Bisognava arbitrare almeno 40 partite per poter diventare allenatore. Mi è piaciuto sin da subito, mi divertivo e poi ero molto seguito. C’erano 4 arbitri di serie B, di cui uno era mio cugino, che mi venivano a vedere arbitrare e mi davano consigli. Il presidente Regionale degli arbitri poi, mi designò per una finale regionale giovanile e il mio entusiasmo era ormai arrivato ad un livello tale che decisi di intraprendere la carriera arbitrale abbandonando sia il gioco che la possibilità di allenare.

Come ti prepari mentalmente prima di una gara? 

Rivedo la gara arbitrata nell’ultimo turno con spirito critico e costruttivo per cercare di individuare gli errori, le motivazioni degli errori e i correttivi per tentare di evitarli. Poi, appena ricevuta la designazione, guardo le ultime gare delle due squadre che arbitrerò il turno successivo, cercando di studiare il tipo di gioco e le caratteristiche dei giocatori. Il giorno della gara, con i colleghi di terna, facciamo una riunione per mettere a fattor comune questo tipo di informazioni e per definire il piano partita. Per quanto concerne la preparazione fisica, invece, svolgo i due allenamenti che ci vengono predisposti dal preparatore atletico messoci a disposizione dalla Federazione e poi vado a correre 1 o 2 volte.

Cosa pensi del livello arbitrale italiano?  

Sembrerà scontato che io lo dica, ma il livello arbitrale italiano è realmente di alto livello. Ne sono riprova ultima, in campo internazionale, le designazioni dei campionati europei (maschili e femminili) e della final fuor di Eurolega dove gli arbitri italiani sono stati utilizzati per semifinali e finali.

In Italia c’è un gruppo di giovani arbitri di talento e di sicuro valore che sarà il futuro (per diversi anni) del mondo arbitrale anche a livello internazionale.

Rispetto a quando hai iniziato tu, cosa è cambiato nella formazione degli arbitri di basket? 

La formazione è in continua evoluzione e sempre più adeguata ai tempi. Innanzitutto un valido supporto arriva dalla tecnologia. Quando ho iniziato io, ad esempio, riuscire ad avere il video di una partita arbitrata era cosa rara. Oggi, fortunatamente, è tutto molto più semplice e immediato. Inoltre la Federazione ha sempre avuto un’attenzione particolare affidando la formazione ad arbitri ed ex arbitri di alto spessore tecnico e carismatici. Il processo di reclutamento deve essere poi rivisto di frequente per stare al passo con i tempi e, infatti, la Federazione, proprio di recente, ha presentato un nuovo modello.

Basket World Life ringrazia Carmelo Lo Guzzo per averci fornito questa interessante intervista.

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