Difficile dare una definizione certa al termine leadership. La mia è questa: “Una relazione che crea un cambiamento positivo per sé e gli altri attraverso la motivazione, la condivisione e la corresponsabilità nel raggiungere un obiettivo prefissato”. Kurt Lewin, psicologo tedesco, affermava che “un gruppo è qualcosa di diverso dalla somma delle sue parti”.

E così è nel basket, come in molti sport di squadra: il team è un soggetto autonomo che vive e vibra di tutti i soggetti che partecipano al progetto finale.

Leadership: cosa deve possedere un coach (leader)

Ma il coach (leader) è colui che guida e deve possedere, secondo me, alcune caratteristiche peculiari:

  1. Il coach (leader) è colui che sa di esserlo e non gli interessa mettersi in evidenza o cercare facili consensi
  2. Il coach (leader) sbaglia , ma si accorge più velocemente degli altri dell’errore e lo corregge
  3. Il coach (leader) utilizza con l’atleta e con la squadra feedback positivi (cosa ha funzionato) e feedback migliorativi (dove poter intervenire)
  4. Il coach(leader) sa riconoscere l’errore, non lo enfatizza, e ne parla con l’atleta al momento giusto
  5. Il coach (leader) al momento in cui propone obiettivi singoli o di squadra utilizza sensibilità e realismo
  6. Il coach (leader) aiuta l’atleta ad entrare in contatto con la propria visione del mondo perché nello sport ci si relaziona con qualcosa che va oltre se stessi
  7. Il coach (leader) utilizza l’ascolto attivo non trascurando alcuna parola a lui detta dall’atleta
  8. Il coach (leader) è colui che aiuta l’atleta a ritrovare l’energia che ha in se quando si sente solo e tutto intorno gli sembra contro
  9. Il coach (leader) gestisce il proprio stato mentale prima della gara e degli allenamenti per prepararsi all’evento nel miglior stato d’animo possibile

E adesso manca il n.10 , chissà perché 9 non vanno bene…, forse perché siamo ormai abituati ai decaloghi su qualsiasi argomento. Ma per scrivere il n.10 mi faccio aiutare da un grande scrittore peruviano: Carlos Castaneda, peraltro citato anche da Phil Jackson in “Basket e Zen”.

“Guarda ogni sentiero da vicino e con premeditazione: provalo tutte le volte che credi necessario; poi fatti una domanda: questo sentiero ha un cuore? Se ce l’ha è buono. Se no è inutile”

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