Henry Williams, il folletto di Indianapolis è scomparso all’età di 47 anni. L’ex cestista statunitense da diverso tempo combatteva contro una grave insufficienza renale che, dal 2014, lo costringeva a periodici cicli di dialisi. Dei problemi ai reni che lo avevano costretto alla dialisi a partire dal 2014. “Ho un problema con la creatinina – disse – una sostanza sintetizzata dai reni. In una persona normale il valore dovrebbe essere fra 1.0 e 1.5, nel mio organismo è di 32″.

Henry Williams, il folletto di Indianapolis

Con Hi-Fly se ne va una delle stelle dell’età dell’oro del basket italiano, un talento incredibile che ha fatto innamorare migliaia di appassionati. Henry Williams era stato scelto da San Antonio con il numero 44 nel draft ’92 ma non giocò mai nella Nba perchè ritenuto troppo piccolo per sfondare tra i professionisti.

In Italia la guardia americana arrivò nel gennaio ’93 alla Scaligera Verona con un contratto a gettone, guadagnandosi sul campo la riconferma e trascinando la squadra allora allenata da Marcelletti in A1 e alla semifinale scudetto l’anno successivo.

Nel 1995 il suo passaggio alla Benetton di D’Antoni e Obradovic, dove vinse Scudetto, Supercoppa, Coppa Saporta e titolo Mvp. Nel 1999 il passaggio alla Virtus Roma dove con Mike Iuzzolino regalò alla squadra capitolina la Supercoppa Italiana. Tornò quindi a Verona per giocare l’Eurolega e terminò la sua esperienza italiana nel 2002 con la maglia di Napoli in LegaDue sotto la guida di Piero Bucchi. A fine carriera divenne predicatore battista nella sua Charlotte.

Abbiamo perso una grande persona – ha detto Jeff Mullins, suo allenatore ai tempi del college – Era un leader, una persona di grande carattere, aveva tutte le qualità che un giovane deve possedere, alle quali aggiungeva un notevole talento come giocatore di basket”.

Buon viaggio Henry, continua a volare da lassù

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