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Il Palafamila di Seveso è la casa dei campioni d’Italia della pallacanestro in carrozzina, la Briantea84 Cantù, una squadra che colleziona un trofeo dopo l’altro e pare non avere rivali. Al suo interno si respira un’aria di vittoria. Vittoria che non riguarda solamente i trofei vinti ma una più profonda, quella che ti cambia la visione della vita. E tutto questo grazie al grande potere che il gioco del basket riesce a trasmettere, “L’unico sport che tende a cielo” come diceva Bill Russell. E Filippo Carossino, originario di Arenzano (Ge) e capitano della Nazionale italiana, è un ragazzo di 25 anni a cui il basket ha cambiato la vita in un momento molto delicato della propria esistenza. All’età di 14 anni infatti, una macchina lo ha falciato su un’aerea pedonale causandogli la perdita di entrambe le gambe. Da quel momento la vita di questo ragazzo è cambiata per sempre.

Basket in carrozzina: un nuovo inizio

Nonostante la rabbia iniziale per la sua condizione, un giorno dopo l’altro, ha trovato la forza di combattere grazie anche alla vicinanza della sua famiglia e dei suoi amici che mai l’hanno fatto sentire “diverso”. Ma la vera svolta è stata sotto canestro e, nel 2009, Filippo ha avuto il suo nuovo inizio attraverso il gioco del basket. Una nuova sfida che, nonostante le difficoltà iniziali, ha superato alla grande con pazienza e sacrificio. A soli 18 anni c’è stata la convocazione in azzurro e l’arrivo della Coppa Italia, il suo primo trofeo vinto a Cantù fino ad arrivare ad oggi con la conquista della quarta Supercoppa italiana.

La vera forza del basket

Un traguardo dopo l’altro Filippo Carossino si considera oggi una persona felice e afferma che, se undici anni fa si fosse fermato ora sarebbe chiuso nella sua casa a pensare quanto la sfortuna si fosse abbattuta contro di lui. Invece è riuscito a giocarsi la sua seconda possibilità con grinta e determinazione e con una frase scolpita nel cuore che gli disse un signore in ospedale nella sua stessa condizione “Se cadi sette volte, rialzati otto”.

Il basket in carrozzina è quello che più si avvicina allo sport in piedi e la sola cosa che non è possibile fare, naturalmente, sono le schiacciate. Ma quando si vede un giocatore di pallacanestro in carrozzina fare determinate azioni di gioco si dimentica di essere su una sedia a rotelle perché stare seduto o in piedi non fa differenza, “e questa è la vera forza del basket” afferma Filippo.

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Web editor e copywriter freelance

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