Dopo un’estate caratterizzata dalle emozioni olimpiche che hanno sì assegnato agli Stati Uniti l’ennesimo oro, ma hanno anche fatto capire che la distanza tra il basket americano e quello europeo si sta sempre più assottigliando, è ai nastri di partenza il campionato, o ancor meglio lo spettacolo, più attrattivo e più seguito del mondo, la mitica NBA.

Il torneo inizia nella notte tra martedì 22 e mercoledì ottobre, con le prime partite di una lunga regular season, fatta di 82 partite stagionali, cui faranno seguito Play-In, Playoffs e Finals. Dal 14 al 17 dicembre, viene poi riproposta la NBA Cup con le Final Four di Las Vegas che decreteranno la squadra che succederà ai Los Angeles Lakers di Lebron James.

Proprio i Lakers e Lebron saranno una delle grandi attrazioni (curiosità) della Lega, in quanto presenteranno nel roster oltre a “King James” anche il figlio Bronny, scelto dai lacustri con il numero 55. Un buon prospetto, certo, ma che probabilmente senza cotanto padre sarebbe stato chiamato con un pick ben più basso.

Gli appassionati potranno seguire il binomio padre – figlio già nell’opening night del 22 ottobre, in piena notte italiana, quando i Lakers ospiteranno alla Crypto.com Arena Minnesota, seconda partita di giornata dopo quella che tradizionalmente vede battezzare la stagione ai detentori dell’anello, in questa stagione i Boston Celtics, sul parquet incrociato del “TD Garden”, dove arrivano i New York Kincks del neo arrivato Karl-Anthony Towns.

Proprio i biancoverdi del Massachusetts partono con i favori del pronostico, al di là del fatto che ripetersi non è mai facile neanche dall’altra parte dell’oceano. Nelle Eastern Conference a fermare la marcia di Boston ci proveranno i New York Knicks, molto attivi sul mercato estivo, con gli arrivi di Mikal Bridges, Keita Bates-Diop e Cameron Payne, e i Philadelphia 67ers che hanno nel nuovo arrivo Paul George e, soprattutto, in Joel Embiid le loro frecce più acuminate.

Sempre ad Est da tenere d’occhio anche i Cleveland Cavaliers che hanno mantenuto inalterato il loro roster, affidando la panchina a Kenny Atkinson, chiamato al posto del silurato Bickerstaff, e, se non soprattutto, i Milwaukee Buck; del resto, la compagine di Doc Rivers vanta nel roster talenti di livello assoluto quali il greco Antetokounmpo e Damian Lillard. Da seguire anche gli Orlando Magic, che hanno firmato l’ex Denver Caldwell-Pope, mentre c’è grande curiosità per gli Indiana Pacers, nella passata stagione arrampicatisi a sorpresa fino alle finali della Eastern Conference, venendo poi battuti dai futuri campioni dei Celtics, e per i Miami Heat che hanno in Erik Spoelstra forse il miglior coach dell’intera lega.

Se i Boston Celtics sono i grandi favoriti ad Est, nella Western Conference l’impressione è quella di un grande equilibrio, con particolare attenzione alla squadra che lo scorso anno ha chiuso in testa alla Western con il record di 57-25, lo stesso di Denver, gli Oklahoma City Thunder. Una compagine giovanissima, che ha in Shai Gilgeous-Alenxander, il suo leader incontrastato, con tanti margini di crescita, e rinforzata in estate dagli arrivi di Alex Caruso e Isaiah Hartestein. Impossibile poi non citare i Dallas Mavs, di Luka DoncicKyrie Irving nella passata stagione arrivati fino alla finalissima, che hanno aggiunto ad un roster già competitivo un califfo come Klay Thompson. Qualche dubbio lo suscitano invece i Denver Nuggets, la sorpresa negativa degli scorsi playoff; molto dipende se sarà vinta la scommessa fatta firmando Russell Westbrook, negli ultimi anni uno dei giocatori più divisivi della NBA, mentre sono da tenere in gran considerazione i Minnesota Timberwolves di Anthony Edwards, lo scorso anno arrivati fino alle finali di conference.

Possibili sorprese? Non ne mancano certo, a partire dai Phoenix Suns che, con Mike Budenholzer in panchina ed un roster nel quale ci sono i big Durant, Booker e Beal vogliono assolutamente migliorare il 49-33 della passata stagione, i Golden State Warriors che hanno perso Klay Thompson e Chris Paul ma hanno nel roster Steph Curry, uno che può vincere la partite da solo ed hanno inserito Buddy Hield, Kyle Anderson e De’Anthony Melton. Difficile pensare, invece, ad un ruolo da protagoniste per le due di Los Angeles; i Lakers del nuovo coach JJ Redick hanno sì ancora Lebron, ma con un anno in più ed un roster sostanzialmente uguale a quello dello scorso anno mentre sui Clippers pesa la grave cessione di Paul George, passato in estate a Philadhelpia. E poi i San Antonio Spurs dell’inossidabile Gregg Popovich che ha in Victor Wembanyama (Rookie of the Year 2024) uno dei giovani talenti della lega più interessanti dal talento e potenziale smisurati.

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