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Le notizie che arrivano come un fulmine a ciel sereno sono sempre quelle che fanno più rumore, e che spiazzano sempre più delle altre. E sono anche quelle tenute meglio nascoste prima di venire fuori. Ecco, la notizia di Marco Belinelli è stata una di queste. Arrivata così, in maniera inattesa, ma salutata con grande entusiasmo da parte di tutti. Del resto, parliamo dell’unico italiano ad aver vinto l’NBA.
Questione di scelte
Con una sola mossa, Belinelli ha gonfiato il cuore di una mezza città (la Bologna della Virtus) spezzando il cuore dell’altra mezza metà (la Bologna della Fortitudo), per un ritorno in patria che ha fatto abbastanza parlare. Ingrato? No, assolutamente. Ha fatto quella che pensava essere la scelta migliore per la sua carriera, per esprimersi ancora a certi livelli. A 34 anni, 35 il prossimo marzo, Marco non è di certo tornato in Italia a fare il turista, per vedere i monumenti che ancora gli mancano da visitare.
Da una Bologna all’altra
Marco ha ancora molto da dare alla carriera cominciata ufficialmente sempre a Bologna, all’età di 11 anni. Per lui, nativo di San Giovanni in Persiceto, Bologna era l’approdo più ovvio per cominciare, dopo aver mosso i primissimi passi nella Vis Persiceto. Marco ha le sembianze del predestinato, tanto che a 15 anni già si allena con la prima squadra, dal momento che la sua classe non è sfuggita ad Ettore Messina. Per quanto il debutto tra i grandi sia qualcosa che non si dimentichi, non era facile essere il Marco Belinelli di allora: il suo debutto è datato stagione 2002-03, vale a dire in uno dei momenti più delicati della storia della Virtus; c’è smobilitazione, ci sono guai societari e sul parquet si sta tentando una rivoluzione tecnica non da poco. La situazione invece naufraga e la Virtus è costretta a cedere i pezzi pregiati e Marco finisce alla Fortitudo. Non basterà alla Virtus, che dovrà ripartire dalla Legadue.
Quel Mondiale del 2006
Esperienza dura ma formativa quella della Virtus, così come lo sarà quella alla Fortitudo, dove però non ci sono guai in vista. E proprio con la Fortitudo infatti Marco compie l’ultimo passaggio verso la figura di professionista, nonostante la giovane età. Marco vive annate bellissime, perché con la canotta della Fortitudo trova i primi trofei della carriera (scudetto nella stagione 2004-05, Supercoppa l’anno successivo) e soprattutto la Nazionale, con l’esordio nel luglio del 2006, vale a dire un mese prima di giocare il mondiale in Giappone. Sarà proprio nel Sol Levante che Belinelli vivrà, parole sue, “la partita più importante della mia vita“. Il riferimento è ad Italia-Stati Uniti del 23 agosto, della fase a gironi. Davanti ci sono LeBron James e Carmelo Anthony, ma gli Azzurri non hanno timore e se la giocano alla grande: perdono 85-94, ma che onore aver messo in difficoltà gli americani. Belinelli, poi, mette dentro 25 punti. Qualcuno in America si è accorto di lui.
Viaggio in America
Disputa infatti la sua ultima stagione in Serie A prima di volare negli Stati Uniti, dove viene scelto al Draft del 2007. A scommettere su di lui sono i Golden State Warriors, nei quali Marco gioca per due stagioni senza mai centrare i play-off. Negli Stati Uniti Marco vestirà varie canotte: dopo Golden State va a Toronto, per una stagione con i Raptors, prima di andare ai Pelicans, con i quale va per la prima volta ai play-off. Due stagioni a New Orleans prima di passare ai Chicago Bulls, ma la vera annata della vita è la l’NBA 2013-2014: con i San Antonio Spurs Marco vive il sogno che tutti vorrebbero vivere e diventa re portando a casa il titolo. Un trionfo che vale una carriera.
Ancora negli States
L’esperienza americana di Belinelli non finisce con un titolo che Marco non riuscirà comunque a far di nuovo suo. Dopo un’altra stagione con gli Spurs (con Ettore Messina assistant coach di Gregg Popovich) , ecco in successione Sacramento Kings, Charlotte Hornets, Atlanta Hawks, Philadelphia 76ers ed infine il ritorno ai San Antonio Spurs (dove ritrova l’allenatore catanese), per le sue ultime due stagioni in NBA. Rimasto poi senza contratto, decide che è il momento di tornare.
Non è ancora finita
L’annuncio di novembre è il risultato di un corteggiamento che si dice sia andato avanti per un po’, addirittura più di un anno. Alla fine la caccia è terminata ed adesso la Virtus esulta pensando di avere un Marco Belinelli in più in squadra. Non è facile, e non lo sarà: l’addio ad Aleksandar Djordjevic e l’immediato reintegro segnala una certa insoddisfazione ad oggi nella Virtus, ma sarà una stagione lunga e niente è perduto. Ci vorrà tempo, forse, per amalgamare bene il tutto. Ma il futuro è ancora tutto da scrivere. Intanto domani domenica 27 settembre Marco esordirà contro l’Olimpia Milano guidata, guarda caso da coach Ettore Messina. Un’alta pagina del libro sta per essere scritta….
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