La NBA anno dopo anno diventa sempre più un campionato planetario, nel quale trovano posto tutti, ma proprio tutti, i migliori giocatori del mondo, alcuni dei quali vengono dal Vecchio Continente. Uno di questi è sicuramente l’ancor giovane sloveno Luka Doncic, protagonista assoluta nella lega più glamour del mondo, tanto da infilare quasi 35 punti ad uscita, contro i migliori giocatori del mondo. Del resto, stiamo parlando del player più veloce nella storia del campionato più competitivo del mondo a raggiungere la ragguardevole cifra di 1000 triple realizzate.

Lo sloveno è ormai diventato uno dei giocatori più forti dell’intero globo terracqueo, la vera icona vivente dei Dallas Mavericks, europeo come europeo fu quel Dirk Nowitzki, autentico trascinatore nel primo, e finora unico, titolo vinto dai texani, nella stagione 2010-11 quando regolarono in finale i Miami Heat dopo aver eliminato, con un secco 4-0, i Lakers del compianto Kobe Bryant.

La sua storia è raccontata alla perfezione nel bel libro di Daniele Vecchi – un nome, una garanzia – “Luka Doncic, il giovane delle meraviglie”, edito da Kenness, una casa editrice che ultimamente sta riservando molto spazio alla palla a spicchi.

L’opera, scritta in uno stile scorrevole, con una veste grafica che rende facile la lettura, tratta di Doncic ma non solo di Doncic; viene analizzato anche il contesto nel quale Big D è cresciuto, con un passaggio sulla situazione balcanica di fine secolo e sulle pietre miliari della carriera dell’ancor giovane talento sloveno. Si parte, ovviamente, da Lubiana, passando per Madrid dove Luka ha giocato tre stagioni, portando a casa una Eurolega, con annesso titolo di MVP della manifestazione e delle Final Four, per poi analizzare le stagioni nell’Olimpo del basket mondiale.

A far conoscere meglio Luka e non solo il suo straordinario talento – per quello basta sedersi sul divano di casa ed ammirarlo in TV – il libro propone gli interessanti interventi di coloro che hanno vissuto a contatto con lo sloveno, come, ad esempio, Nicolò Melli, l’attuale lungo della Olimpia Milano, che con Doncic ha condiviso la comune esperienza di Dallas e lo descrive come “Una persona che ha voglia di divertirsi, tratta tutti con gentilezza ed educazione e, nonostante la pressione cui è sottoposto ogni giorno, trova sempre la forza e la voglia di divertirsi giocando a basket”.

Proprio questo entusiasmo nel giocare, assieme allo smisurato talento, ne fanno un giocatore come pochi altri al mondo, in grado di segnare tanti punti, ma anche di sbattersi sotto le plance e fornire preziosi assist ai compagni. Molti lo paragonano ad un Larry Bird moderno, ma senza addentrarsi in paragoni sempre difficili tra giocatori di diverse epoche, sicuramente stiamo parlando di un cestista destinato ad entrare nella storia del basket, a maggior ragione se riuscirà a condurre i Mavs al titolo come fece, a suo tempo, il fenomenale Nowitzki.

Nel libro si trovano anche autentiche chicche, come il capitolo dedicato alla sua partecipazione nel 2012, ad appena 13 anni, alla “Lido di Roma Tournament” nelle parole dell’organizzatore Mauro Picardi che lo descrive così: “Già dal riscaldamento si capiva che era un fenomeno. Rilascio perfetto, aveva un ballhandling spaventosamente da grande, ma quella che mi saltò agli occhi era la sua semplicità nel leggere cosa fare in ogni spazio del campo”.

Ecco, sono proprio questi passaggi, come il capitolo dedicato al suo personal coach Marko Milic, che i più attenti ricorderanno in Italia con le canotte, tra le altre, di Virtus e Fortitudo Bologna, rappresentano la marcia in più di un libro che non ci racconta soltanto le gesta del Doncic fenomenale cestista, ma riesce anche a farci conoscere particolari di Luka che, senza le 140 pagine dell’opera, che si leggono tutte d’un fiato, non avremmo mai conosciuto.

L’autore
Daniele Vecchi è un giornalista, TV producer e Communication Manager di Ferrara. Ha scritto 11 libri di basket. Da sempre nel mondo dello sport, collabora con La Giornata Tipo, con la Lega Volley Maschile e con la CEV (Confédération Européenne Volleyball).

Photocredits: Matteo Marchi

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