Leggi tutti i contenuti
Mi sono spesso interrogato su come poter intervenire su alcuni comportamenti disfunzionali dei genitori nei confronti dei figli che praticano sport senza urtare la suscettibilità di nessuno e con la consapevolezza che ogni famiglia gestisce l’educazione dei propri figli secondo criteri assolutamente personali e sui quali, escluso casi limite, non è corretto intervenire.
Prestare attenzione al linguaggio, cambiare il modo di comunicare è un aspetto del coaching che migliora il rapporto tra genitori e figli e non è vissuto come una interferenza educativa, ma come uno strumento che può essere usato in varie circostanze.
Come formatore credo che sia un esercizio utile e necessario lavorare per migliorare le proprie abilità linguistiche perché, e cito il titolo di un bel libro dello psicologo statunitense Marshall B. Rosenberg, “Le parole possono essere finestre oppure muri”.
La comunicazione all’interno della famiglia
Facciamo due esempi di comunicazione all’interno della famiglia tra genitore e figlio:
“Pippo (nome di fantasia) ultimamente mi sembra che tu abbia la testa fra le nuvole. Quando rientri dalla palestra per favore metti a posto gli indumenti da gioco, ma questo te lo avevo già detto”.
“Domenica hai vinto, vero? Spero che il compito di matematica vada altrettanto bene. Sai quanto è importante per noi la scuola!”
“Quanto hai studiato oggi?”
Oppure:
“Pippo, ultimamente mi sembra che tu stia pensando molto alla tua attività sportiva e noi siamo felici per questo”.
“Ricorda sempre quanto sia importante anche la scuola. A questo proposito organizzati bene con i tuoi impegni per il compito di matematica”.
La comunicazione efficace tra genitori e figli
Cosa ne pensate? Quale vi sembra più efficace?
Dal mio punto di vista la seconda dà giusto valore e riconoscimento all’attività sportiva, non sovraccarica il cervello dell’adolescente con troppe richieste e domande e invita a riflettere sull’importanza della scuola e sulla necessità di una organizzazione personale per affrontare al meglio i vari impegni.
Qualche altra idea per i genitori all’interno di un ipotetico colloquio in famiglia:
- Cercate di essere sintetici ( l’attenzione nell’adolescente non sempre è molto alta!)
- Scusatevi se perdete il controllo ( fra genitore e figlio vi è comunque amore!)
- Scegliete di incontrarvi per parlare di cose importanti che spesso vengono a galla propri parlando di sport ( valori/ comportamenti a rischio/ scelte di vario genere)
- Cercate il momento e il luogo giusto per farlo ( non certo dopo una giornata stressante per l’adulto o dopo una partita dove il solito Pippo ha giocato due minuti!)
- Non considerateli adulti e modulate le vostre parole in relazione alle loro ( si stanno costruendo il loro mondo!)
- Rimproverate senza ferire (non occorre ricordare sempre quante altre volte è successo.. magari Pippo non se lo ricorda)
- Contestualizzate l’evento
- Criticate il comportamento e non la persona evitando frasi tipo: sei sempre il solito… non ci possiamo fidare… chissà dove diavolo hai la testa…
- Parlate meno ed ascoltate di più cercando di capire il punto di vista di Pippo senza pregiudizi( se avete giocato evitate di dire : “io mi comportavo così”.. “so io cosa fare “..”ci sono già passato”..
- Non siate polemici o sarcastici e riformulate le parole di vostro figlio dicendo: “se ho capito bene”.. il dialogo si chiarisce e si aprono soluzioni che all’inizio non sembravano esserci
- Mettete in evidenza qualcosa di positivo nell’argomentare di Pippo
- Lavorate insieme per la risoluzione del problema “ cosa possiamo fare per..”
- Spiegate sempre il motivo che porta ad una decisione talvolta non condivisa ( troppo facile rispondere perché no!)
Ho provato a mettere qualche goccia personale nel vasto mare dell’educazione, non solo sportiva, dei figli che stanno entrando nell’adolescenza parlando di linguaggio con la certezza che migliorando la vostra comunicazione aumenterà anche la vostra capacità di scegliere e di rendere partecipe il vostro interlocutore di ciò che volete realmente esprimere.
Lo stile educativo può contenere infinite sfumature, l’importante è la finalità: crescere individui capaci di raggiungere una propria autonomia ed indipendenza che li porti ad una vita appagante da un punto di vista sportivo ed umano.
Concludo con una ipotetica richiesta di Pippo :
“Ogni tanto, questo succede anche a voi nel lavoro, le cose a scuola non vanno troppo bene, ma non punitemi togliendomi l’attività sportiva perché fate un danno alla mia salute fisica e mentale”.