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Neanche due mesi e mezzo dopo la gara 6 che ha riportato il titolo a Los Angeles sponda Lakers, riparte la NBA con una stagione 2020/2021 incertissima e che vedrà ciascuna squadra disputare 72 partite di regular season e, prima dei playoff, la novità già sperimentata dei play in per decretare le ultime due formazioni per Conference ad accedere alla postseason.
EASTERN CONFERENCE
Dopo la delusione del finale della scorsa stagione ripartono da favoriti a Est e seri candidati anche al titolo i Milwaukee Bucks di Giannis Antetokounmpo che, dopo la conferma non così scontata di coach Mike Budenholzer, hanno inserito nel loro roster Jrue Holiday effettuando molte operazioni “marginali” sia in entrata che in uscita restando così la squadra da battere. Le più accreditate rivali dei verdi del Wisconsin sembrano essere Boston e Brooklyn per motivi totalmente opposti. I Celtics infatti, pur avendo perduto Gordon Hayward, hanno preso Tristan Thompson e cambiato poco rispetto alla squadra arrivata in finale di Conference nella scorsa stagione con l’unica grossa incognita rappresentata dai problemi fisici di Kemba Walker. D’altra parte c’è grandissima curiosità per vedere all’opera sulla panchina dei Nets Steve Nash e soprattutto per assistere al rientro in campo della superstar Kevin Durant il quale, assieme a Kyrie Irving, dovrà cercare di formare un gruppo che vanta nelle sue fila giocatori importanti come Chris LeVert e Spencer Dinwiddie ed anche dal loro apporto si capirà se Brooklyn potrà competere per il titolo.
Meritano ovviamente una citazione tra le prime i Miami Heat che hanno aggiunto Avery Bradley e Maurice Harkless ad un roster che già aveva incantato nell’ultima parte della stagione vincendo la Eastern Conference e impensierendo non poco nella finalissima i Lakers. L’arrivo di coach Doc Rivers sulla panchina e quelli in campo di Seth Curry e Danny Green fanno alzare le quotazioni dei Philadelphia 76ers che restano una delle compagini più importanti dell’intero panorama della NBA. Le pesanti partenze di Marc Gasol e Serge Ibaka fanno scendere di qualche gradino i Toronto Raptors che si affideranno anche quest’anno a Pascal Siakam e Kyle Lowry per provare a competere per traguardi importanti. Uno starting five solido e competitivo ma servirà la crescita di Myles Turner e Domantas Sabonis e la perfetta condizione fisica di Victor Oladipo per vedere ad alti livelli degli Indiana Pacers che restano certamente seri candidati per un posto nei playoff.
Tra le franchigie che cercheranno di inserirsi anche attraverso la nuova formula dei play in citiamo Atlanta, Washington e Chicago. Gli Hawks hanno cambiato tantissimo tenendo la loro stella Trae Young e acquisendo le prestazioni fra gli altri del nostro Danilo Gallinari, Rajon Rondo, Bogdan Bogdanovic e Solomon Hill nella speranza che si riesca a trovare in fretta la giusta amalgama della squadra. Gli Wizards hanno un roster piuttosto inesperto ma l’arrivo di Russel Westbrook e Davis Bertans potrebbero consentire loro di strappare una delle prime dieci posizioni. I Bulls invece puntano molto sull’arrivo di coach Billy Donovan per cambiare in meglio la propria mentalità in una rosa che non presenta però grandi stelle. Le altre rappresentano delle sorprese mai da sottovalutare in una stagione particolare e ristretta come questa. Orlando deve salire di livello in fase difensiva, Charlotte ha tanti ottimi giocatori ma nessuna superstar e potrebbe pagare questa mancanza, la New York di coach Tom Thibodeau verosimilmente vivrà un’altra annata sportiva di grande sofferenza, lo stesso discorso vale per Cleveland mentre qualche speranza in più di far bene la nutre la Detroit di Blake Griffin e Derrick Rose.
WESTERN CONFERENCE
Il derby di Los Angeles dell’opening night rappresenta anche, secondo noi, la sfida tra le due più forti candidate al successo ad Ovest. I Lakers, forti del titolo conquistato nella bolla di Orlando, hanno addirittura migliorato il loro roster con gli importanti arrivi di Montrezl Harrell, Dennis Schroder, Marc Gasol e Wesley Matthews e sembrano non avere punti deboli anche perchè LeBron James e Anthony Davis assicurano un gruppo il cui unico piccolo problema potrebbe essere rappresentato dall’ambientamento dei nuovi arrivati. La promozione a capo allenatore di Tyronn Lue e la pesante partenza di Montrezl Harrell rimpiazzato da Serge Ibaka, sono le più importanti operazioni effettuate dai Clippers ai quali forse manca un vero play al momento e contano sulla voglia di vincere della coppia Paul George–Kawhi Leonard dopo la delusione dell’ultimo finale di stagione.
Sotto a queste due squadre ne troviamo tante che per vari motivi più o meno si equivalgono e che possono davvero puntare in alto. Partiamo dai Denver Nuggets che dovranno cercare di migliorarsi difensivamente nonostante qualche importante partenza colmata dagli arrivi dei Zeke Nnaji e RJ Hampton e dal Real Madrid dell’esordiente in NBA Facundo Campazzo. Il grave infortunio che terrà fuori per tutto il prossimo campionato Klay Thompson, lascia i Golden State Warriors in una situazione incerta con i nuovi arrivati Kelly Oubre e Kent Bazemore costretti a dare un qualcosa in più per colmare l’assenza di una delle grandi stelle della franchigia. L’acquisizione di Robert Covington ed il rientro di Rodney Hodd danno ai Portland Trail Blazers maggiore fisicità e si spera una crescita difensiva indispensabile per migliorare la già ottima scorsa stagione. I problemi fisici di Kristaps Porzingis sono un bel grattacapo per i Dallas Mavericks che hanno un attacco super e potrebbero puntare molto in alto con la crescita del gioiello Luka Doncic.
Chris Paul farà da spalla a Devin Booker o viceversa, in ogni caso i Phoenix Suns con l’arrivo anche di Jae Crowder hanno migliorato il loro roster e puntano ad entrare nei playoff così come gli Utah Jazz che non hanno fatto molto per risolvere i problemi palesati la scorsa stagione ma che, con il rientro di Bojan Bogdanovic, potranno fare un bel salto di qualità. Grandi cambiamenti a Houston con la partenza di Mike D’Antoni sotituito da Stephen Silas e l’addio a Russel Westbrook rimpiazzato da John Wall per dei Rockets che si affidano ad un James Harden che non appare però troppo entusiasta del contorno che gli è stato messo a disposizione. Molte cose sono cambiate a New Orleans con l’arrivo di Stev Van Gundy nel tentativo di migliorare la difesa, vedremo se Zion Williamson con i nuovi Eric Bledsoe e Steven Adams saprà condurre la squadra a degli ottimi risultati.
Al contrario dei Pelicans, i San Antonio Spurs restano praticamente gli stessi con i medesimi problemi fisici e con un roster con LaMarcus Aldridge unica o quasi certezza. Poche possibilità di agguantare quantomeno un posto per i play in per le altre quattro squadre della Western Conference. Sacramento ha lasciato partire Bogdan Bogdanovic e ha preso Hassan Whiteside e Frank Kaminski, Memphis è una squadra giovane e promettente ma forse non ancora pronta ed alla quale peseranno almeno in avvio di stagione le assenze, Minnesota potenzialmente con D’Angelo Russell, Karl Anthony Towns e Anthony Edwards ha un attacco esplosivo che la dovrebbe rendere bella da vedere ma probabilmente poco vincente, Oklahoma infine ha rivoluzionato il roster proseguendo nella ricostruzione e punta sugli arrivi di Al Horford, Trevor Ariza e George Hill per fare qualcosa di buono.