Dopo due anni di assenza, il nome di una squadra spagnola si aggiunge all’albo d’oro dell’Eurocup, la seconda manifestazione continentale; a succedere alla Virtus Bologna, che lo scorso anno batté in finale il Bursaspor conquistando il passaporto per l’Eurolega, tocca al Gran Canaria.

Guidata dallo sloveno Jaka Lakovic, talentuoso ex giocatore, di ruolo playmaker, visto in passato anche in Italia con la canotta di Avellino, la formazione di Las Palmas ha conquistato il trofeo, battendo in finale i turchi del Turk Telekom Ankara, al termine di una match appassionante.

La partita era iniziata con le due squadre più preoccupate di segnare un punto in più degli avversari, piuttosto che subirne uno di meno, tanto che il primo quarto è stato caratterizzato dalla supremazia dei rispettivi attacchi sulle difese avversarie, come ben raccontato dai 52 punti segnati nei primi 10’, terminati con Gran Canaria avanti di 6, sul 29-23. Nel secondo periodo ecco il break che sembrava decisivo, un 15-0 propiziato da Slaughter e Surna, implacabili da tre punti, utile per portare gli spagnoli sul +22, margine poi ridotto al +17 (50-33) dell’intervallo lungo.

Negli spogliatoi il coach turco Erdem Can, costretto la mattina in ospedale per aver sbattuto la testa sul parabrezza del pullman della squadra, si fa sentire ed al ritorno sul parquet i suoi tentano la rimonta, arrivando fino al -2, con poco più di 5’ da giocare, sul 64-62. Lì esce fuori, ancora, la classe di Shurna, non a caso eletto MVP della finale; lo statunitense mette una tripla che di fatto spezza le reni ad ogni velleità di rimonta dei turchi. Finisce con i tifosi spagnoli in visibilio per il trofeo raggiunto e l’annessa qualificazione alla prossima Eurolega.

La doccia fredda

Qualche settimana dopo, però, arriva la doccia fredda, anzi, di più, gelata, con la rinuncia ufficiale da parte del club spagnolo alla massima partecipazione europea, adducendo, con grande serenità ed altrettanta serietà verso i propri tifosi e sponsor, motivi economici alla base della rinuncia.

Queste le parole del presidente Sitapha Savané: “Nell’ultima stagione abbiamo preso come riferimento il Valencia Basket, la squadra che avremmo sostituito in Eurolega per raggiungere queste stime: le spese di viaggio del Valencia Basket sono aumentate da 500.000 a 1,5 milioni di euro. Nel nostro caso questo aumento sarebbe superiore.

Abbiamo preso il calendario di Valencia Basket dell’anno scorso per procedere con una simulazione del costo del viaggio. La stima era di 2.025.000 euro. Giocare in Eurolega rappresenta un aumento significativo di questa spesa. Sappiamo, inoltre, che le rose di Eurolega vanno dai 35 milioni di Real Madrid e Barca ai 7,5 milioni di una squadra come l’Alba Berlino, uno dei budget più bassi.

Rafforzare la rosa e allungarla per poter affrontare le due competizioni come Liga ed Eurolega significherebbe almeno quattro acquisti, avvicinandosi a questo budget di 7,5 milioni. È il 50% in più rispetto a quello attuale, che è di 5 milioni. Non apportare modifiche alla rosa ci costringerebbe sicuramente a ripetere il percorso sportivo della nostra ultima partecipazione in cui soffrimmo in Eurolega ma, cosa ancora più pericolosa, flirtammo con la retrocessione finendo fuori dai playoff e fuori dall’ Europa l’anno successivo”.

Una sconfitta per l’Eurolega

La rinuncia del club delle Canarie, al di là del fatto che potrebbe rendere più ardua la possibilità per la Virtus Bologna di ricevere una wild card per l’Eurolega, offre il destro per alcune riflessioni sul funzionamento del massimo torneo europeo che, evidentemente, non rappresenta poi quella sorta di piccola NBA del Vecchio Continente che è nell’immaginario collettivo.

Il problema, stando ai dati riportati da Savanè, è tutto nella iniqua distribuzione dei premi, con l’eccessiva sperequazione tra chi vince – il Real Madrid ha portato a casa 1,8 milioni di euro – e le ultime tre, che non percepiscono neanche un euro.

Assurda è poi la ripartizione dei 45 milioni di diritti televisivi, divisi esclusivamente tra i club con licenza A, il che comporta, da una parte, l’assoluta impossibilità dei club meno potenti economicamente di competere ad armi pari con le grandi storiche della palla a spicchi europea, dall’altra una competizione nella quale a vincere sono sempre le stesse, non una grande notizia per gli appassionati.

Infatti, dal 2009 soltanto una volta, nel 2014 con il Maccabi, la squadra vincente non è uscita dal poker Turchia – Grecia – Russia – Spagna, con appena 6 squadre vittoriose. Tanto per capire, nello stesso periodo, nella mitica NBA nell’albo d’oro sono entrate 9 franchigie diverse. Riflettete gente, riflettete…

Il tabellino della finale di Eurocup

Gran Canaria – Turk Telekom Ankara 71-67

Parziali: 29-23; 50-33; 61-55; 71-67

Gran Canaria: Inglis 6, Balcerowski 5, Kljajic ne, Slaughter 16, Bassas, Albicy 13, Benite 2, Brussino 11, Salvò, Shurna 18, Diop, Stevic. All. Lakovic.
Turk Telekom: Guler ne, Yamgur 3, Oncel ne, Erden 3, Demir ne, Taylor 4, J. Grant 16, Yilmaz, Eric, Sestina 7, Bouteille 17, T. Jones 17. All. Erden Can.

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