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Una pallone da basket e sei ragazze. E’ iniziata in questo modo, nel 2012, la storia della Real Palestine Youth FC e di una squadra di pallacanestro femminile del campo profughi di Shatila a Beirut, la Shatila Basketball Girls, che oggi conta 25 giocatrici. Queste ragazze sono riuscite a combinare i valori di uno sport con l’impegno sociale dimostrando che si possono abbattere i muri anche con lo sport.

Shatila Basketball Girls: tra sport e integrazione

Queste ragazze si allenano due volte a settimana in un campo sportivo appena fuori Shatila, QasQas, a circa tre Km dal centro della capitale libanese. Per loro il basket, oltre ad essere una passione, è anche uno strumento di crescita e di conoscenza del mondo. Questa squadra di pallacanestro femminile, infatti, è riuscita a portare, oltre i confini libanesi, la loro testimonianza giocando in Irlanda e in Italia.

La vita in un campo profughi non è semplice, in particolare per quello di Shatila. Questo campo infatti fu costruito nel 1949 per accogliere tremila persone in fuga dalla Palestina mentre ad oggi ne ospita oltre 20mila. E questo numero cresce in maniera costante dal 2011, da quando è scoppiata la guerra in Siria.

Questo perchè, all’interno del campo di Shatila, così come anche in altri campi libanesi, i profughi hanno la possibilità di trovare delle abitazioni a basso costo. Il fatto ha però causato un sovraffollamento estremo dove i rifugiati vivono in piccoli appartamenti e, spesso, in pessime condizioni igienico-sanitarie. Se a tutto questo si aggiunge il fatto che, sia l’elettricità che la fornitura di acqua, non sempre sono assicurate ci si può rendere conto che diventa difficile vivere una normale quotidianità.

L’allentore della Shatila Basketball Girls, coach Majdi, ha spiegato quanto vivere in un campo profughi provochi stress e negatività che non sempre sono facili da gestire. Per questo motivo ha pensato che il basket avrebbe potuto essere un modo efficace per liberare le ragazze dalle tensioni accumulate. Ma anche un modo per far sì che siriane, libanesi e palestinesi giochino insieme nel cuore di una città in cui l’integrazione sembra essere solo un sogno.

Sports for Peace Center: un centro sportivo per Shatila

Il campo profughi di Shatila è situato nei sobborghi di Beirut, dove la qualità della vita è molto bassa. Per due anni consecutivi hanno visitato i campi sportivi in Italia e da quel momento è nata la necessità di avere uno spazio in cui poter coinvolgere maggiormente i giovani fornendo loro uno spazio sicuro e sano in cui crescere. “Oltre a sottolineare la natura internazionale del progetto, chiariremo che la solidarietà ha la capacità di superare i limiti fisici e mentali“, hanno affermato i sostenitori del progetto.

Tutti i dettagli del progetto li potrete trovare qui: Un Centro sportivo per Shatila

 

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