Leggi tutti i contenuti
La violenza contro donne e ragazze avviene in ogni singolo paese e ad ogni livello della società. Succede a casa, a scuola, nelle strade, online e nei luoghi di lavoro, spazi che dovrebbero essere sicuri. Per così tanto tempo, la violenza di genere è stata considerata normale rimanendo impunita.
Violenza di genere: una delle principali violazioni dei diritti umani
A livello globale, la violenza contro donne e ragazze rimane una delle principali violazioni dei diritti umani. La maggior parte degli atti di violenza sono perpetrati da persone che dovrebbero essere i nostri migliori amici e le persone care. Alcuni atti vengono compiuti all’aperto, da estranei o persone che cercano di dimostrare potere o superiorità.
Ma a prescindere da dove avviene la violenza contro le donne, quale forma prende e chi impatta, deve essere fermata. La paura di non essere creduti, la conseguenze per aver parlato, il dolore e la discriminazione sopportati dai sopravvissuti devono finire ora.
Tutti noi abbiamo la responsabilità e il dovere di creare un mondo in cui donne e ragazze, uomini e ragazzi vivono una vita libera da ogni forma di discriminazione e violenza. In questo momento, la stragrande maggioranza dei perpetratori non ha conseguenze: l’impunità è una sfida globale. Questo è il motivo per cui tutti gli attori devono agire con coraggio e convinzione.
25 Novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: il basket si unisce
A questo proposito anche il mondo del basket si unisce e, ogni squadra, darà un segno della sua adesione a questa importante giornata. La Vasto Basket, ad esempio, scenderà in campo oggi, con un segno rosso sulla faccia per protestare contro la violenza sulle donne. Non poteva mancare la Lega Basket Femminile, il cui Presidente Massimo Protani e il Consiglio Direttivo, hanno deciso di unirsi a questa celebrazione per sensibilizzare il tema della violenza di genere.
Ma anche altre squadre di pallacanestro come il Poderosa Montegranaro e De’ Longhi Treviso, oggi si sfideranno in campo indossando delle magliette arancioni con scritto “Libera di dire no”, lo slogan della campagna indetta dal circolo provinciale dell’associazione Soroptimist International. Oltretutto, il fatto che il messaggio sia veicolato da uomini, rende il tutto molto significativo.
“Fino a quando metà della nostra popolazione rappresentata da donne e ragazze può vivere libera dalla paura, dalla violenza e dall’insicurezza quotidiana, possiamo veramente dire che viviamo in un mondo giusto ed equo” – Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres