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“In una sera, è diventato la faccia della nostra Lega”, le parole di Reggie Miller, mitico tiratore di Indiana, sono riportate da Flavio Tranquillo nell’incipit della sua introduzione al bel libro di Salvatore Malfitano “Lebron James, storia vera di un predestinato diventato Re”, edito da Diarkos, nella fortunata collana “grande sport”.
Poche parole che tratteggiano alla perfezione quello che Lebron James è diventato, il simbolo della NBA, come mai nessuno prima di lui, neanche il mitico Michael Jordan, l’unico che, forse, può competere con l’eletto per il ruolo di “The Goat”, il più grande di tutti i tempi. Del resto, stiamo parlando di un giocatore, James, che vanta il titolo di miglior realizzatore “all time” sia nella Regular Season che nei Playoff.
La storia
Malfitano segue la vita di James, partendo dalle sue umili, umilissime origini, dalla nascita in Ohio, ad Akron, una città di 190.000 abitanti, non certo una delle patinate metropoli a stelle e strisce. Da lì, parte la storia dell’eletto, dal “pancione” di Gloria James nel quale porta in grembo il futuro campionissimo, “il frutto di una relazione occasionale con Anthony McClelland, che davanti alla gravidanza della ragazza non ha intenzione di assumersi alcuna responsabilità”.
Una storia fatta di tante, tantissime difficoltà, tutte superate, anche grazie all’amore della madre Gloria nei suoi confronti, brava a trasmettergli valori importanti, come quello di svolgere i compiti o di essere sempre pulito e presentabile, a maggior ragione quando, ad appena 9 anni, Lebron fu di fatto affidato alla famiglia di Frank Walker che, nel tempo libero, allena una squadra di basket.
Proprio da casa Walker inizia l’epico percorso di una leggenda vivente, fatta di tante vittorie e di qualche amarezza, soprattutto ad inizio carriera, nella lunga attesa, durata ben 9 anni, prima di cogliere, a Miami, il suo primo anello. Malfitano lo racconta con uno stile asciutto, ma comunque coinvolgente che trasporta il lettore nella vita di Lebron, quasi come se fosse al suo fianco in tutti i passaggi decisivi della sua esistenza, sul parquet e fuori dal campo.
Il suo schierarsi
“Non c’è modo che io resti zitto davanti alle ingiustizie e mi limiti a giocare a basket. Sono dalla parte della mia comunità, ci sono oltre trecento ragazzi nelle mie scuole che hanno bisogno di una voce, e io sono la loro”, queste parole sono la plastica testimonianza di come James non abbia timore di schierarsi, e lo faccia ogni qualvolta lo ritenga opportuno, vuoi che sia contro Trump, vuoi che sia per difendere la sua comunità. Tutti aspetti che Malfitano sviscera alla perfezione nel suo bel libro, sempre in maniera obiettiva e senza mai scendere nell’agiografia, ma analizzando i fatti in maniera acritica.
L’Italia
Molto interessanti sono le pagine che analizzano il rapporto di James con l’Italia, un paese che adora, al punto che “in una sessione di risposte alle curiosità dei fan sui social, ha eletto Capri come luogo preferito dove trascorrere le vacanze”. Tante sono le località visitate durante le vacanze, quasi sempre agli inizi di settembre, da James: detto di Capri, molto apprezzato da lui e dalla moglie Savannah il litorale tirreno, Liguria in testa, ed Ischia, tappa di un lungo tour per il Belpaese a bordo di un maestoso yacht al termine della bolla NBA. Al nostro paese è legato anche per questioni di affari, essendo, sia pure indirettamente, uno degli investitori nel Milan dalla proprietà a stelle e strisce di Gerry Cardinale.
I contributi
Malfitano non si limita a raccontare la storia di Lebron, per conoscere meglio il personaggio ci sono i contributi esclusivi di chi lo ha incontrato sul parquet: i coach Messina e Scariolo, quando erano assistenti nelle franchigie NBA, Danilo Gallinari, Datome e Melli che lo hanno avuto come avversario, e che avversario. Voci che rendono ancor più interessante un libro che non è solo la biografia di un cestista, ma che lancia un messaggio di speranza nei lettori, quello che, anche partendo da umili origini e da mille difficoltà si può arrivare al successo.
Parla l’autore
L’autore dell’opera, Salvatore Malfitano, con grande cortesia si concede alle nostre domande, raccontando come sia nata l’idea del libro e quale obiettivo si prefigga
Come nasce l’idea di scrivere un libro su Lebron James?
“L’idea parte dal record di punti, un primato che nessuno sogna di raggiungere. Si pensa ad essere i più vincenti, gli Mvp della regular season o delle Finals, ma nessuno punta a diventare il top scorer della Nba. Eppure, è un traguardo che impone delle riflessioni, che inserisce inevitabilmente anche la longevità tra i criteri di valutazione di un giocatore nella collocazione tra i più grandi di sempre“.
Qual è l’obiettivo del suo libro?
“Il record di punti dello scorso febbraio ha aggiunto un altro dato nel faticoso compito di dare a LeBron James una collocazione precisa nella storia della pallacanestro. Nel libro l’obiettivo non è ridursi al dibattito su chi sia il più forte, ma su quanto questo giocatore sia unico e probabilmente irripetibile. Da un lato per una serie di fattori: longevità, combinazione di fisico e tecnica, intelligenza tattica, adattabilità. Dall’altro per le scelte, che hanno contribuito a cambiare il modo di intendere addirittura il sistema Nba, che dopo i suoi scossoni si è riscoperto più fragile. L’unico aspetto, forse, in cui la sua eredità potrà essere effettivamente raccolta, perché James in quanto espressione sportiva sembra quasi irraggiungibile, anche solo per essere emulato”.
Una piccola bio dell’autore
Salvatore Malfitano (Napoli, 1994) collabora con la «Gazzetta dello Sport» dal 2021, dove si occupa di calcio, basket Nba e tennis. Giornalista professionista, in passato ha diretto Tuttobasket.net e collaborato con testate come «Il Roma», Gianlucadimarzio.com e «Rivista Undici». È laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Napoli Federico II.